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Barletta, la solennità della Sacra Spina
Nella V domenica di Quaresima la processione dalla chiesa di San Gaetano



La solennità della Sacra Spina di N.S. Gesu Cristo si venera presso la monumentale chiesa di San Gaetano in Barletta e si svolge annualmente la sera della V Domenica di Quaresima, anticipando l’austero e solenne clima della Settimana Santa.
La sua celebrazione, è peculiarità dell’Arciconfraternita della SS. Trinità che da sempre ha l’onore di custodire e zelare il culto di queste preziose Reliquie.

Questo secolare appuntamento cittadino dovrebbe risalire al tempo in cui i Trinitari giunsero a Barletta.
Infatti la leggenda narra che la Sacra Spina sia stata condotta a Barletta in seguito alla fondazione dell’Ordine della Santissima Trinità, avvenuta nel XII secolo, ad opera di San Giovanni de Matha e di San Felice di Valois nel secolo successivo. Tra i confratelli inviati in oriente da San Giovanni de Matha ad assistere i crociati, vi furono anche Guglielmo lo Scozzese e Niccolò I, entrambi generali dell’Ordine della Santissima Trinità. Quest’ultimo si guadagnò la stima di Luigi IX, che a sua volta era un Trinitario, divenendone cappellano e consigliere nel corso della settima crociata, tra il 1248 e il 1249, intrapresa dallo stesso re. Per questo motivo potrebbero essere stati proprio i Trinitari, giunti a Barletta nel corso del XIII secolo, a portare in città la Sacra Spina. Prima di tornare in Francia i Trinitari sembra abbiano donato la sacra reliquia ai confratelli della Santissima Trinità di Barletta, che provvidero poi a conservarla e custodirla dando inizio al culto e alla celebrazione della Sacra Spina.

Originariamente centro propulsore della loro venerazione fu l’antica chiesa della SS. Trinità (sec. XV) dei monaci Benedettini Celestini. Nel 1809, espulsi i Celestini per le leggi sovversive murattiane, la suddetta chiesa fu sconsacrata e anche i confratelli della SS. Trinità, che lì avevano sede propria, furono cacciati e si allocarono nella Chiesa di San Gaetano, portandovi la sacra Reliquia della Spina della Corona di Gesù Cristo.

Il primo documento sulla celebrazione solenne della Sacra Spina risale al 1742. A quel tempo, priore della Confraternita era Nicola Farano che nel registro dell’ “Introito ed esito dal 1 maggio 1742 al 30 aprile 1743” scriveva: “Pagato alli Preti per le funzioni delle quattro domeniche di Quaresima per messe cantate nel giorno della Spina, nel giorno della SS. Trinità e nell’ottavario delli Morti come anche ai chierici serviti per dette solennità, come da ricevute di detti Preti, ducati 2,50; per trentotto messe fatte celebrare nelle sopradette solennità, come da fede, ducati 3,80; ecc …”
Le funzioni erano celebrate secondo quanto era previsto nelle Regole. Le Regole del 1777 prevedevano (art. 15) “La esposizione del SS. Sacramento nel giorno della SS. Trinità, nelle quattro domeniche della Quaresima e nella quinta domenica della medesima Quaresima”.
E’ proprio in quest’ultima domenica di Quaresima, anche se nell’art. 15 suddetto non è indicato espressamente, che si festeggiava e si festeggia la Sacra Spina. Questa precisazione viene fatta nei successivi regolamenti e documenti della Confraternita.

La sacra Reliquia fu riconosciuta autentica dal Card. Carlo Odescalchi, Episcopo Sabinensis (bolla datata Roma, 6 giugno 1837) e fu collocata in una teca d’argento di forma ovale. A quell’epoca, il direttore spirituale della Confraternita della SS. Trinità era il Can. don Giuseppe Milone. Gli succedette il Can. don Ruggiero Vitrani. Con la legge n. 753/1862, si concentravano nella istituita Congregazione di Carità le rendite di quelle Opere Pie che provvedevano ad assistere i poveri. Tra queste Opere Pie rientrava la Confraternita della SS. Trinità.
All’art.6 dello Statuto della Congregazione di Carità si legge: “Scopo dell’Opera Pia SS. Trinità si è di solennizzare la festa della S. Spina con funzioni religiose, mercè l’annua spesa di £. 17 e il supero delle rendite, dedotte le spese di amministrazione, destinare in pro dei poveri”.

Attualmente la festa della Sacra Spina ha assunto la forma di processione penitenziale "Via Crucis". La processione presieduta dall’Arcivescovo con la sacra Reliquia sotto un baldacchino, come Gesù che percorse i luoghi che conducevano dal Pretorio di Pilato al Golgota, si reca prima presso il monastero di San Ruggero per permettere la venerazione della Reliquia alla comunità monastica delle benedettine e poi si snoda, intorno a Piazza Plebiscito, il corteo degli ecclesiastici e dei fedeli, per la pia pratica della via crucis. Al termine del percorso penitenziale, sul sagrato della chiesa di San Gaetano viene eseguito, dalla corale “Mauro Giuliani”, il canto del "Christus minore", composto per la circostanza dal noto musicista barlettano Giuseppe Curci (sec XIX). Subito dopo vengono suonati trentatré colpi di campana, quanti furono gli anni della vita terrena di Gesù, e i presenti ricevono la solenne benedizione con la sacra Reliquia che sarà impartita dall’Arcivescovo.
Le reliquie della Corona di Nostro Signore, sono il simbolo di un’umiltà e una sconfitta che diventa trionfo e grandezza regale, di una sofferenza vittoriosa che è messaggio di vita, speranza e salvezza per tutti.
 
 


Redazione



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